Licenziamento per giustificato motivo soggettivo: cos’è e come funziona

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In questo articolo abbiamo deciso di approfondire un argomento che porta spesso a confusioni e dubbi: il licenziamento per giustificato motivo soggettivo. Questo tipo di azione si usa solitamente quando il lavoratore adotta dei comportamenti abbastanza rilevanti da un punto di vista disciplinare, ma che però non sono abbastanza da gravi da poter richiedere il licenziamento per giusta causa.

Il licenziamento da giustificato motivo soggettivo è dunque una procedura che si ha quando vengono commessi degli errori da un punto di vista disciplinare. Ovvero quando i comportamenti assunti dal lavoratore non possono essere sanati e incidono in maniera negativa sul rapporto lavorativo.

A regolare questa procedura, troviamo la legge n. 300 del 1970 che all’art.7 disciplina proprio questo tipo di licenziamento. Se non si segue quanto riportato dall’art. 7, allora il licenziamento diventa subito inefficace. Tra i motivi che possono portare a questa procedura, troviamo anche lo scarso rendimento del dipendente, così come un comportamento negligente. Resta comunque al lavoratore la possibilità di prendere le proprie difese per dimostrare la sua ragione. Nel caso in cui venga dimostrato che le condizioni non sussistono, il licenziamento diventa subito inefficace e il lavoratore viene subito tutelato.

In caso di licenziamento illegittimo, allora ci sono varie garanzie a tutela del dipendente, disciplinate dall’art.18 della legge 300 del 1970. Le garanzie dipendono ovviamente dalle dimensioni dell’azienda. In caso in cui ci siano più di 15 lavoratori nell’unità produttiva, o 5 nel caso dell’imprenditore agricolo o un totale di più di 60 dipendenti, si applica quanto previsto dalla legge. Il datore di lavoro sarò costretto a ridare il posto al lavoratore. Se invece non si supera tale soglia, allora il lavoratore ha diritto unicamente a un indennizzo di tipo economico.

È prevista comunque una procedura conciliativa che serve per rendere molto più semplice e veloce la procedura di risoluzione del contenzioso. Questa prevede il pagamento di un indennizzo da parte del datore, risolvendo così direttamente la situazione. L’indennizzo non è reddito imponibile per il lavoratore.

Nel caso in cui il datore di lavoro voglia procedere con questa operazione, è necessario seguire delle procedure ben specifiche. Bisogna inviare una lettera di licenziamento per giustificato motivo soggettivo dove bisogna individuare con chiarezze le cause per cui si vuole procedere. Questo licenziamento prevedere, infatti, un preavviso, a differenza di quello per giusta causa.

I motivi per cui si può richiedere questo licenziamento sono vari tra ci troviamo l’insubordinazione del lavoratore nei confronti dei superiori. Tra le cause ci può essere anche l’assenza ingiustificata, che però deve essere continua e andare oltre i quattro giorni. Oppure il creare tensioni o risse all’interno degli spazi dell’impresa. La differenza sostanziale con il licenziamento per giusta causa sta proprio nel fatto che i motivi vengono considerati meno gravi e che il datore di lavoro è costretto a dare giusto preavviso al lavoratore. In mancanza di preavviso il datore di lavoro è costretto a pagare un’indennità al suo dipendente.

Queste a linea generale sono le informazioni più importanti sul licenziamento per giustificato motivo soggettivo.