Boom di separazioni nell’era post Covid, aumentano le ricerche di avvocati

Nel 2020 le separazioni e i divorzi sono vertiginosamente aumentati a causa del periodo di convivenza forzato durante la pandemia di Covid-19.

Il boom è iniziato già nei primi mesi del 2020 per arrivare fino a oggi con numeri che hanno superato qualsiasi previsione.

Inutile dirlo, qualunque cosa il Covid abbia toccato, l’ha distrutta. La pandemia, con tutto ciò che ha comportato a livello sociale, ha provocato nelle persone un periodo di grande stress e profonda incertezza sul futuro che si è poi trasformato in insofferenza e desiderio di evasione e cambiamento, culminando con l’aumento dei divorzi.

La presenza di figli non ha frenato questa tendenza, provocando, nel corso di questi (quasi) due anni, grandi dissapori familiari e sofferenze per i più giovani.

Ma vediamo qualche numero.

Separazioni e divorzi – Statistiche

Secondo l’Associazione Nazionale Divorzisti Italiani, nel 2020 le separazioni sono aumentate del 60% rispetto al 2019 e questa è una tendenza che non è calata nei mesi successivi.

Di queste, ben il 40% sono dovute ad infedeltà coniugale, anche virtuale. Secondo gli avvocati di avvocatofedericataiola.it questo è dovuto alla difficoltà nel gestire i rapporti extraconiugali durante la convivenza forzata. Insomma, durante il lockdown i coniugi infedeli sono usciti allo scoperto.

Un altro dato importante riguarda il vertiginoso aumento di femminicidi, circa il 20%, e di violenza domestica circa il 70%!

Ciò ha comportato un ulteriore aumento di separazioni giudiziali e non consensuali, circa il 30%.

Oggi sono circa 10mila i coniugi in attesa della sentenza del giudice, non soltanto per l’alto numero di richieste di separazione ma anche per il blocco dei tribunali durante il lockdown. Ciò ha comportato, quindi, una convivenza forzata per i due coniugi anche nei casi di separazione per violenza domestica.

Proprio perché sono in molti a ritrovarsi in questa situazione, vediamo di dare qualche definizione e di chiarire qual è l’iter, i vari passaggi e le difficoltà che una pratica di divorzio può comportare.

Negoziazione assistita

Si tratta di una procedura introdotta dal art.6 del decreto legge 132/14 che prevede di procedere alla separazione senza l’intervento del tribunale. Di fatto è un’alternativa più rapida alla separazione consensuale e pertanto prevede due condizioni:

  • l’accordo dei coniugi;
  • l’assistenza da parte di un avvocato per ciascun coniuge.

Tale negoziazione prevede un primo incontro dove le parti stipulano una convenzione amichevole e in buona fede con l’assistenza dei legali. Nella convenzione sono stabiliti i tempi della procedura che non devono superare i tre mesi.

Nel secondo incontro le parti sottoscrivono un accordo che contiene le condizioni della separazione. Se sono presenti figli minori o incapaci, l’accordo deve essere trasmesso al Procuratore della Repubblica.

Stabilito che entrambe le parti, nell’accordo stipulato, abbiano fatto l’interesse dei figli, l’accordo viene autorizzato. In caso contrario entro cinque giorni viene trasmesso al presidente del tribunale che fissa il giorno per la comparizione delle parti.

Una volta approvato l’accordo, dal Pubblico Ministero, questo viene trasmesso all’Ufficiale dello Stato Civile presso il Comune dove è stato celebrato il matrimonio.

Senza figli la procedura è ancora più rapida. Una volta trasmesso l’accordo al procuratore della Repubblica questo, se non riscontra irregolarità, dà il via alla procedura, inviando il nullaosta agli avvocati.

Ecco quali sono i documenti necessari per procedere alla negoziazione:

  • copia documento di identità e codice fiscale di entrambi i coniugi;
  • dichiarazioni dei redditi degli ultimi tre anni di entrambi;
  • certificato di residenza e stato di famiglia
  • estratto integrale dell’atto di matrimonio;

Questo in caso di separazione consensuale. Ma cosa avviene quando non si giunge ad un accordo?

Caso di separazione giudiziale

È un contenzioso nel quale uno dei coniugi ricorre al Tribunale per ottenere la separazione coniugale.

I coniugi sono convocati dal giudice prima separatamente e poi congiuntamente per il tentativo di conciliazione.

Se la conciliazione ha esito negativo il Presidente nomina un giudice istruttore e fissa la prima udienza, dopo aver preso provvedimenti temporanei relativi ai figli e alla casa familiare.

Con la separazione giudiziale vengono annullate le obbligazioni della vita in comune come l’obbligo di:

  • convivenza;
  • fedeltà;

Restano però gli obblighi relativi al mantenimento dei figli, quando non previsto diversamente dal giudice, da parte di entrambi i genitori. Inoltre, nei confronti del coniuge in difficoltà economiche può essere previsto un assegno di mantenimento.