Lavorare nel pubblico o nel privato? Vediamo cosa cambia

La Costituzione Italiana sancisce un diritto ma anche un dovere al lavoro. Quest’ultimo è un’attività produttiva che dovrebbe avere lo scopo di soddisfare i bisogni delle persone, sia che questi siano individuali e sia collettivi. Il lavoro di ogni individuo è finalizzato sempre allo svolgimento di un determinato compito, in base alle proprie competenze, che abbia come obiettivo l’economia del Paese.

Ognuno di noi ha il compito di contribuire all’equilibrio economico della Nazione sia che si è impiegati nel pubblico sia nel privato. L’importanza del lavoro è il nocciolo del nostro Paese che, come dichiara l’Articolo 1 della Costituzione, è una “Repubblica democratica fondata sul lavoro”.

L’impegno dell’individuo nella collettività garantisce l’aumento del benessere sia dello Stato e sia personale. Sentirsi utili appaga da sempre l’essere umano e fare ciò che ci piace renderebbe la vita, la quotidianità libera dalle frustrazioni.

Impiego pubblico e privato

In base alle nostre passioni, alle nostre competenze e agli studi intrapresi, ci si potrà candidare per determinate mansioni, sia che facciano parte dell’ambito privato e sia del pubblico. Ci sono delle differenze tra questi 2 ambiti, quella più sostanziale è la finalità che questi hanno all’interno della società.

Il privato, che come il pubblico è definibile un ente di natura giuridica, ha come obiettivo il conseguimento dell’utile e a fine anno, nel bilancio, di avere l’importo dei ricavi maggiore rispetto all’importo dei costi. L’ente pubblico, invece, ha la finalità di offrire un servizio al pubblico, quindi non consegue un utile. A fine anno, dovrà avere un pareggio di bilancio e quindi le entrate pari alle spese.

Assunzioni nel privato e nel pubblico

Ci sono anche delle differenze in base al metodo di assunzione nei diversi ambiti. Nel privato è il datore di lavoro che definisce le figure professionali da inserire nella propria azienda. Le chiamate dei lavoratori nel settore privato sono dirette e nominative, oppure potrebbe anche indire dei concorsi; il datore di lavoro non è tenuto a rispettare particolari criteri nella scelta.

Ciò che invece è obbligatorio rispettare è il divieto di discriminazione. L’origine etnica, il sesso, la regione, l’handicap, l’età, l’orientamento sessuale, la scelta politica, etc. non devono essere fattori da tenere in considerazione durante la selezione.

Nel pubblico, invece, la normativa stabilisce che l’accesso al pubblico impiego avvenga tramite concorsi, e qui, https://www.subito.news/concorsi-esami/,  si possono visionare tutti i diversi tipi di bandi di concorso, oppure in base al decreto legislativo n.165/2001, attraverso i centri per l’impiego, per qualifiche che, come prerequisito di accesso, richiedono almeno l’aver frequentato la scuola dell’obbligo e quindi l’aver ottenuto il diploma di licenza media; oppure tramite contratti flessibili o quelli per persone appartenenti alle Categorie Protette.

Cosa sono le Categorie Protette

Tutte le persone affette da disabilità, invalidità psico-fisiche, patologie gravi fanno parte delle Categorie Protette. Questi individui vengono tutelati dalla legge secondo la Costituzione Italiana affinché non vengano esclusi dal mondo del lavoro.

La legge 68/99 li tutela e permette di incentivare il lavoro delle Categorie Protette; infatti, ci sono sgravi e agevolazioni fiscali destinati a chi decide di assumere gli individui che vi appartengono, sia che si tratti di un ente privato sia di un ente pubblico.

Le categorie tutelate dalla Legge n. 68 del 12 marzo 1999 “Norme per il diritto al lavoro dei disabili” sono le persone invalide con invalidità civile superiore al 45%; gli invalidi sul lavoro con invalidità superiore al 33%; invalidi di guerra e civili di guerra; persone non vedenti, con una vista pari o inferiore a un decimo; persone sordomute; vedove, orfani, profughi, vittime del terrorismo e della criminalità organizzata.

La Legge italiana prevede per le aziende l’obbligo di assumere individui appartenenti alle Categorie Protette. Infatti, si devono riservare posti ai lavoratori ritenuti svantaggiati in base al numero dei dipendenti assunti in azienda secondo queste regole.

Assunzione di 1 persona appartenente alle Categorie Protette con un numero di lavorati compreso tra i 15 e i 35 dipendenti; invece, si prevede l’assunzione di 2 persone per imprese con un numero di dipendenti compreso tra i 36 e 50 dipendenti. Con le aziende con più di 50 dipendenti, la legge prevede l’assunzione di persone appartenenti alle Categorie Protette in una percentuale del 7%.

Nessun datore di lavoro o ente di natura giuridica può mancare quest’obbligo, infatti se l’assunzione non dovesse avvenire, è prevista una sanzione amministrativa per ogni giorno lavorativo di ritardo nell’assunzione.

Contratto di lavoro nella Pubblica Amministrazione

L’assunzione nella Pa, ovvero la Pubblica amministrazione, può avvenire tramite contratto individuale di lavoro flessibile, in questo caso si assume il personale in base ad esigenze temporanee, oppure è anche possibile collaborare con la Pa se si è lavoratori autonomi con P.IVA, previa precisazione di durata, luogo, oggetto e compenso della collaborazione.

Datori di lavoro nel pubblico impiego

Chi fa parte del pubblico può avere come datore di lavoro un Ente statale come Mnisteri, scuole, forze armate, etc; un Ente locale come la Regione, il Comune, la Provincia, etc; oppure un Ente pubblico nazionale e territoriale come INPS, Camere di commercio, etc.