Guida fiscale per chi vende prodotti fatti in casa

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L’hobby è arte, talento ed anche lavoro. Fare piccoli oggetti in casa è molto piacevole, ancora di più se si può ricavare qualcosa da questo lavoro vendendoli. Sempre più persone oggi si reinventano un lavoro, creando delle vere e proprie piccole opere d’arte di bellezza o utili alla vita quotidiana con i loro hobby, e quindi rivendendole su internet o direttamente di persona. Ma dal punto di vista fiscale, come ci si regola quando si apre un piccolo mercatino per vendere le proprie creazioni?
La risposta può non sembrare scontata. Ci vuole quindi molta chiarezza per capire come vengano considerati i redditi degli hobbisti, e come regolarsi dal punto di vista fiscale, dato che la normativa si struttura non solo a livello nazionale ma anche a livello regionale.
Districarsi fra le varie regole, quindi, non è sempre molto scontato. Cominciamo con una prima definizione.
L’hobbista secondo le disposizioni del Decreto Legislativo 114 del 1998, che rimanda alle leggi regionali, sono operatori non professionali che vendono, espongono o barattano in modo occasionale prodotti di modico valore che sono nella maggior parte dei casi frutto del loro ingegno e della loro creatività.

Caratteristiche degli hobbisti

Non siete sicuri di essere hobbisti ai sensi della legge? Ci sono alcuni requisiti che dovete avere per rientrare in questa categoria ed avere una specifica disciplina fiscale. Se rientrate nella categoria, siete soggetti non professionisti e quindi questa guida fa per voi.
Secondo la legge una persona è considerata hobbista laddove:

  • venda, scambi, baratti beni di valore modico, cioè non superiore a 250 euro (questo valore può cambiare di regione in regione; in alcune per esempio il valore massimo è 100 euro);
  • ha un’attività occasionale, cioè massimo 30 giorni in un anno; non professionale; non c’è vincolo di subordinazione e di mezzi;
  • guadagna al massimo, con i ricavi dell’attività di hobbistica, 5mila euro lordi annui.

Se non vi ritrovate in questa categoria, allora secondo la legge siete dei venditori professionisti. Non rientrate in questa categoria neppure se vendete per mezzo di e-commerce o avete un locale. In questi casi dovete aprire partita IVA e chiedere più informazioni al commercialista.

La ricevuta per gli hobbisti

Se siete hobbisti, sappiate che dovrete fare la ricevuta per ogni prodotto che vedete. La disciplina fiscale è abbastanza semplice e non richiede grandi complicazioni. La ricevuta non fiscale viene emessa da coloro che non hanno partita IVA quando vendono/cedono un bene; deve essere emessa quando si incassa il denaro e deve essere apposta una marca da bollo di 2 euro solo se il totale della vendita è superiore a 77,47 euro. La marca da bollo è in genere a carico di chi cede il bene ma nulla vieta venga addebitata a chi acquista.
Le fatture non fiscali che gli hobbisti emettono devono essere conservate per testimoniare che è avvenuta la transazione di denaro; se non avete altri redditi e non avete superato il limite di 4.800 euro lordi all’anno non dovete effettuare dichiarazione dei redditi. Se invece avete anche altri redditi, dovete indicare quelli che avete ricevuto come hobbisti nel quadro D del modello 730 o quadro RL del modello Unico.

Vendere nei mercatini del Comune

Gli hobbisti in genere si organizzano in piccoli mercatini occasionali gestiti dal comune. Se vi partecipate sappiate che dovete avere la documentazione necessaria e quindi:

  • se previsto, il tesserino degli hobbisti (se necessario per la legge della regione o del comune);
  • dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà da presentare al Comune, dove si dichiara di esercitare l’attività (il modello è presente in comune);
  • se ci sono altri documenti richiesti, vanno presentati (esempio pagamento tassa di occupazione del suolo pubblico).

Coordinate sempre la normativa nazionale con quella della Regione e del Comune.