Guida alla prestazione occasionale

prestazione occasionale

La prestazione occasionale è quello strumento che la legge predispone per chi voglia effettuare un’attività professionale in modo saltuario, e quindi senza apertura di partita IVA.
Queste attività devono essere di piccolo conto, non atte a far guadagnare grandi cifre e quindi a giustificare l’avvio di una vera e propria attività professionale. Non bisogna quindi incorrere nello sbaglio di pensare che la prestazione occasionale sia una sorta di ‘alternativa’ alla Partita IVA: con quest’ultima infatti si inizia un’attività professionale di tutt’altra entità e livello, mentre invece il legislatore ha predisposto la prestazione occasionale per quelle attività di scarso rilievo economico che si portino avanti in modo del tutto saltuario. La disciplina della prestazione occasionale è contenuta nell’articolo 54 bis del Decreto Legge numero 50 del 2017, quindi si tratta di un fenomeno che ha trovato una disciplina recente.

L’attività della prestazione occasionale deve essere svolta in modo autonomo e occasionale, due requisiti importanti: pensiamo all’attività di chi faccia il giardiniere o il consulente informatico per un paio di volte in un mese, saltuariamente, non come impegno fisso.
I vantaggi della prestazione occasionale consistono nell’essere questa attività svolta senza troppi impedimenti o regole, quindi diventa un modo comodo per avere un secondo lavoretto e per svolgere un’attività per arrotondare lo stipendio anche senza aprire posizioni fiscali particolari.

I limiti della prestazione occasionale

L’occasionalità è un elemento importante e si riferisce solamente a lavori privi dei requisiti di continuità, coordinazione, abitualità, professionalità.
Inoltre le prestazioni occasionali oggi sono disciplinate solo dall’articolo 2222 del Codice Civile. È lavoratore occasionale chi compie, dietro corrispettivo, un servizio o opera come lavoro proprio, senza subordinazione, senza coordinamento del committente, e in modo occasionale.
Mancanza di continuità ed abitualità del lavoro autonomo e mancanza di coordinamento sono due limiti importanti.

Per poter lavorare con la prestazione occasionale è necessario regolarizzarsi fiscalmente. Chi effettua la prestazione occasionale deve rilasciare al committente una ricevuta, senza valore fiscale, detta ‘ritenuta d’acconto’ che deve contenere necessariamente: i dati personali e quelli del committente, data e numero della ricevuta, il corrispettivo lordo, l’apposizione della ritenuta d’acconto che è pari al 20% del corrispettivo lordo, e quindi l’importo netto.

La ritenuta va applicata al compenso lordo come tassa che poi viene versata all’amministrazione finanziaria per conto del soggetto che ha esercitato l’attività.
Sulla ritenuta vanno inseriti la data, obbligatoriamente, che è quella nella quale si riceve il compenso; inoltre la marca da bollo da 2 euro se l’importo della prestazione supera i 77,47 euro.

Si è esonerati alla dichiarazione dei redditi se si hanno percepito solo redditi da prestazione occasionale sotto i 4.800 euro lordi; il consiglio è quello di effettuare la dichiarazione dei redditi per recuperare le somme trattenute a titolo di tasse. Infatti se non si supera detto limite le somme versate come tasse (il 20% di ogni ritenuta, per intenderci) vanno a formare crediti d’imposta da recuperare per il lavoratore occasionale.Se invece cumulati con altri redditi, quelli da prestazione occasionale devono essere indicati nel quadro D del modello 730 o in quello RL del modello redditi persone fisiche.

Previdenza nella prestazione occasionale

Chi esercita la prestazione occasionale se supera i 5mila euro lordi della somma dei compensi di tutti i committenti è tenuto ad iscriversi alla Gestione Separata INPS e a versare i contributi previdenziali.
I contributi vanno versati solo se si supera la somma di 5mila euro lordi calcolati deducendo eventuali spese a carico del committente che risultano dalla fattura, che è una franchigia, nel senso che superandola si è tenuti all’iscrizione della gestione separata.
I lavoratori che superano la soglia di esenzione devono comunicarlo ai committenti e quindi iscriversi alla Gestione, se non già iscritti.