Come liberarsi di una fideiussione?

La fideiussione è una pratica che si sta sempre più diffondendo nell’epoca attuale, complice anche la pandemia che ha portato le famiglie italiane a trovarsi in condizioni finanziarie in molti casi più incerte. Il principale motivo per cui si scelgono le diverse garanzie fideiussorie è, infatti, che consentono di accedere a un prestito anche quando non si hanno elementi sufficienti per ottenerlo. Rappresentano, quindi, una formula che permette di avere quel servizio o quella liquidità in più che può essere persino necessaria, quando il finanziamento serve, ad esempio, per motivi lavorativi oppure per acquistare un’auto o una casa.

Ci sono dei casi in cui, tuttavia, la persona si trova a volersi liberare di una fideiussione. In questo articolo vi mostriamo meglio sia in che cosa consiste una fideiussione sia come e quando è possibile estinguerla senza avere ripercussioni.

Fideiussione: che cos’è e quali sono le tipologie

La fideiussione non è altro che un contratto nel quale un soggetto, il fideiussore appunto, si impegna a fornire una garanzia all’ente che fornisce il finanziamento a fronte del pagamento da parte del contraente-debitore. Il fideiussore è una sorta di intermediario e può essere o una banca o un’assicurazione. Da qui la presenza di due tipologie di fideiussione: bancaria e assicurativa. La fideiussione assicurativa risulta generalmente più vantaggiosa, grazie a formule più specifiche e quindi maggiormente adatte a soddisfare i bisogni specifici del richiedente nonché a tempi di attivazione più veloci.

Oggi è possibile effettuare la procedura anche online con un risparmio di tempo non indifferente e con condizioni contrattuali più comode, grazie a una pratica più snella che comporta per la società che fornisce il servizio costi inferiori (che si ripercuotono positivamente su quelli finali del contraente).

La fideiussione è chiamata anche cauzione ed è utile sia alle imprese e possessori di partita IVA sia ai privati. È funzionale in molteplici casi, tra cui:

  • Partecipazione a bandi pubblici, sia regionali sia europei.
  • Affitto/acquisto di un immobile.
  • Rimborso dell’IVA.
  • Restituzione di un debito.
  • Pagamento di prestazioni.
  • Visto turistico.
  • Iscrizione all’Albo Gestori Ambientali.

 La fideiussione è estremamente valida anche in edilizia, dove si rivela una forma di tutela importante per chi acquista un immobile. La fideiussione costruttore è stata resa obbligatoria da parte dello Stato, in modo da garantire alle persone che decidono di impegnarsi in questo tipo di importante operazione finanziaria il rimborso del proprio investimento nel caso il costruttore fallisse o si trovasse coinvolto in procedimenti giudiziari.

Come si può vedere sono diversi i motivi per cui una persona si può trovare a dover richiedere diverse garanzie fideiussorie. Ma quali sono i casi in cui è possibile estinguere la pratica? Ne parliamo nel prossimo paragrafo.

Quando è possibile liberarsi di una fideiussione

Secondo il codice italiano sono tre le cause per cui è possibile liberarsi di una fideiussione:

  • Secondo l’articolo 1955, il creditore non può essere soggetto alla surrogazione del fideiussore “nei diritti, nel pegno, nelle ipoteche e nei privilegi del creditore”.
  • Il creditore ha fatto credito al debitore, senza che il fideiussore sia stato informato/non abbia dato il consenso, nonostante fosse informato che per le difficili condizioni patrimoniali personali il soddisfacimento del credito sarebbe stato più difficoltoso.
  • Il creditore non ha presentato istanza verso il debitore entro 6 mesi dal termine della fideiussione né ha posto istruzione per la sua continuazione. Il termine diventa di due mesi, secondo l’articolo 1957, nel caso in cui il fideiussore si trovasse ad aver esplicitato la propria obbligazione allo stesso termine dell’obbligazione principale.

Come si può vedere, estinguere un contratto fideiussorio è possibile sia nel caso di revoca sia nel caso di procedure ancora in corso. Il tutto a patto di saldare quanto dovuto all’ente bancario/assicurativo. Per essere rescissa la fideiussione deve avere l’assenso di tutte le parti coinvolte, creditore compreso.

L’estinzione può anche avvenire alla naturale conclusione del contratto fideiussorio attraverso lo svincolo. Infatti, il contraente, una volta saldato il pagamento previsto o completato una prestazione oggetto di fideiussione, deve richiedere lo svincolo della garanzia fideiussoria per liberarsi degli obblighi che comporta verso il fideiussore (banca o assicurazione).

Un esempio tipico riguarda le cauzioni richieste per gli Appalti Pubblici.

Vediamo però meglio come espletare una procedura così importante, soprattutto quando la rescissione avviene prima della naturale conclusione del contratto.

Come estinguere la fideiussione

La fideiussione è una garanzia che coinvolge un soggetto terzo nell’erogazione del finanziamento, il quale fa da garante e risulta soggetto a soddisfazione del pagamento. L’obbligazione della fideiussione è solidale e accessoria rispetto a quella principale: i due iter vanno di pari passo. È importante capire se il contratto inerente l’obbligazione principale è stato stipulato a tempo determinato o indeterminato.

Fondamentale leggere con attenzione il contratto di fideiussione prima del momento di stipula, accertandosi preventivamente dei passaggi da fare prima della sua attuazione. In questo modo sarà tutto più semplice e si avrà la certezza di cosa è possibile e cosa non è possibile fare ma soprattutto come muoversi: un beneficio di non poco conto.

Nel caso di estinzione della cauzione il fideiussore è tenuto a prendersi in carico le obbligazioni del debitore e tutti gli altri impegni presenti al momento della revoca della procedura. Secondo quanto stabilito dall’ordinamento italiano l’impegno assunto può essere reciso: è sufficiente inviare il modello specifico per la lettera della revoca della fideiussione e saldare l’importo passivo esistente nel momento del recesso.

Come si può vedere, per l’estinzione della pratica fideiussoria è indispensabile che il debitore paghi regolarmente e porti a saldo l’importo finale nel momento in cui si rescinde la procedura. In questo modo non ci sono motivi di rivalsa da parte delle parti coinvolte.

Capitano dei casi, ma sono davvero molto rari, in cui il creditore libera l’impegno del fideiussore rinunciando alla sua tutela. Solitamente si verificano, anche se è tutt’altro che frequente, quando sono cambiate le condizioni contrattuali di partenza. Con l’estinzione della fideiussione si conclude non solo l’accordo tra il debitore e il fideiussore ma anche quello con l’ente che ha erogato il finanziamento. La fine della pratica porta a poter aprire un nuovo contratto per ottenere un prestito oppure, semplicemente, a estinguerla poiché questa non si rivela più necessaria.

La fideiussione è uno strumento estremamente utile dal momento che garantisce al privato, all’impresa o al possessore di partita IVA di avere accesso a una liquidità ulteriore o a un finanziamento mirato per le proprie esigenze.