La tassazione delle rendite finanziarie: tutto quello che devi sapere

Gli investimenti finanziari hanno subito negli ultimi anni una fortissima accelerazione grazie all’avvento di nuove formule come il trading online (per quanto ci siano molte differenze tra il mondo del trading e quello degli investimenti tradizionali).

Grazie ai broker è ormai possibile, anche per piccoli investitori, investire i propri capitali in asset che fino a qualche decennio fa era raggiungibile solo dalle banche e dai grandi gruppi di affari.

Ma cosa sono esattamente i broker? Sono degli intermediari che andranno ad investire direttamente sui mercati finanziari al posto vostro. Per un privato non c’è altro modo ti interagire con i mercati, se non quello di affidarsi a queste piattaforme.

Fortunatamente c’è una vastissima scelta di piattaforme di trading, che offrono servizi anche molto diversi tra di loro. Robomarkets (https://www.robomarkets.it) è una delle realtà più affermate, ma la scelta dipende dalle tue necessità.

Questa innovazione ha portato moltissime persone a farsi una domanda molto importante: come vengono tassate le rendite finanziarie derivanti dal trading online?

Con questo articolo cerchiamo di fare chiarezza, andando a spiegare le varie casistiche e le diverse tipologia di rendita. Se anche tu sei un trader, ma non sai come gestire i guadagni derivanti da questa attività, continua a leggere.

Come dichiarare i proventi del trading online

La regola aurea riguardo le rendite finanziarie, comprese quelle derivanti dal trading online, è quella di una tassazione al 26%, che devono essere totalmente dichiarate all’interno del modello unico.

Bisogna tuttavia sottolineare come esistano due situazioni ben distinte, che comportano azioni diverse da parte del trader: il regime sostitutivo/amministrato e il regime dichiarativo.

Nel primo caso, nel momento in cui un’operazione verrà chiusa in guadagno, sarà lo stesso broker a trattenere (quindi a versare) una parte. Ovviamente questa sarà il corrispettivo che verrà versato allo stato italiano e il trader non dovrà fare nulla.

Nel secondo caso, il broker al momento della chiusura dell’operazione non tratterrà nulla e spetterà al trader a pagare le tasse su quel profitto, andandolo a dichiarare al momento della dichiarazione dei redditi.

I campi da compilare nel modello unico

Come abbiamo detto se vi trovate davanti ad una piattaforma che preleva in modo automatico la tassazione da ogni operazione non dovrete fare nulla. Al contrario, se vi trovate in una situazione di regime dichiarativo dovrete andare a compilare il modulo durante la dichiarazione dei redditi.

La compilazione può rivelarsi difficoltosa, soprattutto per i meno esperti in materia di tassazione. QUI potrete trovare diversi articoli che spiegano i diversi codici tributo.

Prima di tutto dovrete andare a ricercare il quadro RT (plusvalenze di natura finanziaria. In particolare, andrete a indicare all’interno della sezione II-B alla riga RT41 l’importo della plusvalenza.

Mi raccomando, inserite il valore nella cella appena descritta, in quanto è quella dedicata alle rendite finanziarie ottenute online. Come viene specificato all’interno del modello unico stesso, a questa voce fanno riferimento le rendite dovute a: contratti forward, future, option e attività di trading online.

È importante specificare che anche eventuali perdite dovranno essere dichiarate alla riga RT45. Queste saranno deducibili per una quota pari al 62,5%.

Nel caso in cui il broker che state utilizzando non sia registrato alla CONSOB, non dovrete compilare il riquadro RT, ma quello RW.

Quando pagare le tasse

Le scadenze relative alla tassazione legata alle rendite finanziarie sono ovviamente le stesse che avrete per la dichiarazione dei redditi tradizionali.

Questo significa che avrete tempo fino al 30 giugno per compilare l’F24. Superata questa data avrete la possibilità di compilare il modulo fino al 31 di luglio, ma dovrete pagare una maggiorazione dello 0,4%.

La dichiarazione dei redditi va inviata all’agenzia delle entrate entro e non oltre il 30 settembre.

Se, infine, decidete di optare per il modello unico, dovrete rispettare le seguenti scadenze. Sempre 30 giugno per pagare il saldo dell’anno precedente ed il primo acconto dell’anno successivo; 30 novembre per il secondo acconto dell’anno successivo.

Conclusioni

Spesso si ha l’abitudine di non considerare nel modo adeguato i guadagni online. Purtroppo, sono a tutti gli effetti dei redditi, che siano essi fatti tramite la vendita di prodotti o servizi, o che siano generati dall’attività di trading online.

Per questo motivo devono sempre essere correttamente dichiarati, per pagarci le relative tasse.

In questo articolo abbiamo approfondito il tema delle rendite finanziare. Abbiamo visto come dichiarare i proventi del trading, quanto bisogna pagare (il 26% dei profitti generati) e quali sono le scadenze.

Ovviamente abbiamo descritto il modello presente al momento della pubblicazione di questo contenuto. È possibile che il governo Draghi possa cambiare quanto riportato in questo articolo, come viene spiegato in questo articolo.

In ogni caso, anche se ci saranno delle modifiche, molto probabilmente andranno ad intaccare la percentuale, non tanto la procedura di pagamento, né tantomeno le scadenze. Sentitevi dunque liberi ti prendere come riferimento questo contenuto.

Non ci resta che augurarvi un in bocca al lupo per la vostra attività di trading.