Milano, centro nevralgico per il Food & Beverage tra sostenibilità e innovazione.

Milano, capitale economica, non ha come unico punto di forza il business. O meglio, essendo un centro estremamente vivo e fervente da questo punto di vista, è diventata protagonista della diffusione incontrollabile di una serie di attività più o meno commerciali, riguardanti settori come il retail, la moda, il food o gli eventi.

Innegabile però che il food retail a Milano resti un business tra i più attenzionati, tra osterie senza tempo, cucina locale, proposte fusion ed internazionali fino ad arrivare alla sperimentazione e al lancio di nuove tendenze, strizzando sempre un occhio alla sostenibilità e all’innovazione.

La distribuzione delle suddette attività varia da quartiere a quartiere, sulla base del “target da colpire”. Esistono chiaramente quartieri più o meno turistici, altri riadattati alla movida per accogliere i più giovani (tra cui molti studenti e fuorisede) altri più circoscritti agli autoctoni.

La distribuzione dei locali F&B tra i quartieri milanesi

Da una ricerca di UBRI e Engel & Völkers sono emersi dei dati interessanti circa la distribuzione dei locali presenti sul territorio milanese. Pare che i dehors siano molto attrattivi e che ben più del 30% dei locali abbia a disposizione una zona esterna, anche se la maggior parte di loro li ritroviamo nelle zone Foppa, Statale e Duomo.

Più in generale i quartieri che stanno vedendo maggior crescita in termini di aperture rispetto alla scorsa analisi sono Isola, Farini, Moscova, Solferino e Oberdan con il 30-44% di negozi nel settore del food rispetto ad altri tipi di locali commerciali. Non sorprende visto che si tratta di zone indubbiamente protagoniste di gran fermento e movida notturna. Navigli e Sempione si posizionano sul podio con una percentuale fissa al 58%.

L’affluenza cambia a sua volta in funzione del momento della giornata (pranzo o cena) ed in funzione della zona. Va da sé che un quartiere come i Navigli sarà molto più attrattivo e di passaggio durante le ore dedicate dalla cena in poi mentre di giorno la concentrazione di persone che cercano un locale per il pranzo si concentra maggiormente nelle vie del centro storico, dove si registra il maggior numero di turisti.

Non solo movida: anche locali per la pausa pranzo dal centro alla periferia

Ricordiamo però che, come anticipato in apertura, Milano è una capitale economica, di conseguenza il numero di uffici e centri direzionali si fa spazio in maniera imponente dentro e fuori i confini della città.

Ecco, quindi, che si sviluppano locali che declinano il servizio anche (o soltanto) al momento della pausa pranzo dei lavoratori, anche in questo caso spaziando enormemente per proposte e prezzi, compreso il food delivery. Non mancano sicuramente i menù fissi, pratici ed economici così come prodotti freschi e di veloce consumazione. Un esempio può essere la zona di Assago che, alle porte di Milano, ospita un numero importante di lavoratori, grazie alla presenza di centri direzionali e di numerose attività commerciali.

Milano e l’Italia: il primo trimestre 2023 della ristorazione vede il fatturato crescere

La ristorazione è certamente uno dei settori che traina il PIL italiano. Secondo uno studio del Centro Studi di Fipe-Confcommercio, il Pil del primo trimestre del 2023 è aumentato dello 0,6% rispetto al trimestre precedente. L’indice grezzo del fatturato delle imprese del fatturato è aumentato del 30% rispetto all’anno precedente. Numeri certamente incoraggianti e che confermano quanto sia importante anche il comparto del food retail in Italia.

C’è inoltre da dire che i riconoscimenti positivi arrivano anche dall’oltralpe. L’Italia si conferma infatti il primo paese al mondo per numero di riconoscimenti Dop, Igp, Stg conferiti dall’UE grazie a pasta, caviale, olio d’oliva, formaggi, salumi, spumante, etc. Ed è la prima destinazione enogastronomica al mondo preferita dai turisti, in particolar modo dai cinesi, gli americani e i tedeschi.

La svolta digitale del food retail: un’occasione di business irrinunciabile

L’avvento della digitalizzazione dei settori economici ha avuto delle influenze anche sul settore della ristorazione ed ha contribuito quindi a modificare pure il food retail. Ecco che l’e-commerce diventa una variabile che i player devono necessariamente prendere in considerazione per essere e rimanere al passo con i tempi. Le vendite di prodotti di largo consumo tramite la rete sono cresciute con volumi importanti soprattutto conseguentemente al verificarsi dell’emergenza epidemiologica da Covid-19. Il numero dei consumatori digitali in Italia si è triplicato ed è possibile parlare di “modern food retail”: la pratica di acquistare gli alimenti online e di consumarli a casa. I retailer hanno quindi colto questa importante occasione di business trasformando lo smartphone in uno strumento con cui raddoppiare i volumi di vendita rendendo la customer experience più fluida, immediata ed efficace.

Sostenibilità e innovazione: i due driver che rendono competitive le aziende ristorative.

Il Food & Beverange è il settore che più di altri è sotto la lente d’ingrandimento dei consumatori sui temi che riguardano la sostenibilità e l’innovazione.

Ciò che si mangia e si beve è in grado di avere delle ripercussioni sul benessere dell’individuo e della collettività in generale. La sostenibilità di un prodotto è data non solo dalla sua qualità ma anche dal loro impatto sull’ambiente, sulle persone e sull’economia in generale. L’innovazione, invece, come accennato prima, diventa il passepartout per chi vuol fare business in modo competitivo.

Milano su questi due driver si conferma ancora una volta città pioniera di dinamiche migliorative grazie a startup, aziende, food retail sempre più inclini a garantire il match tra attenzione ambientale e tecnologia.