Fattura B2B: e dei commercialisti cosa sarà?!

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Dato che ormai le fatture indirizzate alla pubblica amministrazione devono necessariamente avere forma elettronica, e che viene caldeggiata la stessa tipologia anche quando anche lo scambio di documenti fiscali avviene tra privati, è legittimo interrogarsi sul futuro lavorativo dei commercialisti.

La prima constatazione a riguardo è duplice, perché se da un lato il procedere delle innovazioni non può essere imposto dal legislatore, dall’altro è vero che esso non può essere frenato da interessi di categoria.

Allo stesso modo è constatabile chiaramente come esista ancora un enorme divario tra la realtà dell’ITC e la sua applicazione nel mondo del lavoro e delle libere professioni, nelle quali spesso si continuano a “preservare” procedure onerose e ridondanti, oltre che sovente inefficienti e inefficaci: basti pensare che tutti i documenti, libri e registri nascono in formato digitale, vengono trasferiti su carta per poi essere ri-trasferiti, spesso previa scansione, sui computer, e questo si traduce innanzitutto nella necessità di uno spazio notevolmente più ampio (sia fisico, per contenere il cartaceo, che digitale, per preservare i metadati) e poi in problemi di catalogazione e ricerca degli stessi.

Premesso quanto appena detto, la risposta ai dubbi e agli interrogativi dei dottori commercialisti in merito al loro futuro lavorativo a seguito dell’entrata in vigore della fatturazione elettronica è che il successo o il fallimento sono legati alla capacità di questa categoria professionale di trasformare i nuovi adempimenti in opportunità.

Basti pensare che la fattura elettronica è presente nella nostra legislazione da più di 14 anni, e che se le aziende l’avessero abbinata alla posta elettronica, anche non certificata, le imprese e l’economia del suo complesso avrebbero realizzato risparmi incommensurabili e recuperato efficienza.

La conservazione digitale dei libri, registri e documenti è stata inserita nelle leggi già dal 2004, eppure la quasi totalità delle imprese e dei professionisti non se ne avvale.

Anche la firma digitale o elettronica risale a diversi anni fa, eppure ha cominciato ad essere usata solo quando è diventata obbligatoria.

Insomma, quello di cui necessita il nostro sistema economico è una classe di giuristi d’impresa esperti nell’utilizzo delle procedure informatiche, pronti a cogliere le opportunità offerte dalla tecnologia.

Opportunità che trasformeranno la fisionomia del lavoro contabile, giacché:

  • la contabilità IVA è diventata inutile, dal momento che l’emissione della fattura elettronica in formato strutturato rende ridondante qualunque libro o registro
  • per la liquidazione dell’IVA bisognerà solo apportare le modifiche dovute alla indeducibilità dell’IVA, soggettiva o oggettiva
  • la contabilità generale dovrà essere l’insieme dei dati, anch’essi strutturati in un database standardizzato, che include le fatture, gli incassi e i pagamenti, i costi e i ricavi non IVA, a sostituzione del libro giornale, del libro inventari, del libro cespiti, dei mastrini.

La contabilità, quindi, non sparirà, ma cambierà forma, e di certo questo richiederà studio e approfondimento: e allora perché non pensare ad una formazione ad hoc, alla partecipazione a workshop e giornate di analisi, come quelle che la Copying Srl, specializzata in servizi di Gestione Documentale e servizi fatturazione elettronica organizza in particolare in Lombardia?

Non approfittarne, soprattutto per una categoria professionale che, in seguito alla dematerializzazione documentale e alle innovazioni introdotte dai processi di fatturazione elettronica e digitale, teme la sua estinzione, sarebbe un errore!