Aprire un negozio in franchising: fast food, bar e abbigliamento vanno per la maggiore

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Avviare un’azienda di successo è il sogno di molti giovani italiani che decidono di intraprendere la strada imprenditoriale per essere maggiormente indipendenti e creare un’attività che possa portarli al successo.

Una delle strade più conosciute per partire nel modo migliore è quella di avviare un franchising. Il franchising è una collaborazione nella quale si uniscono un’azienda (detta franchisor) che ha necessità di distribuire i propri prodotti o servizi sul territorio e un neo imprenditore che intende sfruttare un format già testato sul mercato, riducendo così il rischio di insuccesso.

Si tratta pur sempre di un’attività imprenditoriale: bisogna aprire partita iva, affrontare relativi oneri e costi e avviare un’attività che gode così di un’ottima brand reputation.

Nelle prossime righe analizzeremo meglio la questione, provando a capire insieme quanto si possa guadagnare con l’apertura di un franchising e quali siano le strade migliori per compiere questa operazione.

Negozi in franchising, significato e possibilità di guadagno

Il format del franchising viene utilizzato per la maggior parte dei casi da negozi fisici su strada che hanno l’ambizione di diffondersi in modo capillare in diverse località sul territorio.

Normalmente si stipula un contratto tra l’azienda madre detentrice del marchio e il neo imprenditore, che avvia così la propria attività.

L’azienda cede così in affitto il proprio marchio e esige che vengano rispettate determinate condizioni, come ad esempio l’allestimento del negozio, le metodologie di vendita, la selezione delle figure professionali, i prezzi dei prodotti e la fidelizzazione della clientela.

Le possibilità di guadagno sono discrete, ma bisogna per prima cosa creare un business plan accurato per riuscire a coprire le spese di noleggio del marchio, del punto vendita e l’acquisto dell’allestimento necessario.

In media, un buon negozio in franchising avviato in Italia guadagna circa 2.083 € al mese. La cifra è certamente discreta, ma bisogna rendersi conto che inizierà ad essere effettiva una volta coperto l’investimento iniziale.

Fast food con Burger king o McDonald come funziona il franchise

Tra le più celebri catene che aprono molto spesso negozi e punti vendita in franchising troviamo McDonald e Burger King.

Sebbene possano essere ritenute attività di enorme successo, dobbiamo però considerare che la fee di ingresso non è certo delle più semplici da sostenere.

McDonald richiede che vengano rispettati alcuni criteri, tra cui:

  • capacità finanziaria personale di 250.000 o più (di cui il 25% disponibile realmente sul conto corrente dell’aspirante imprenditore)
  • età compresa tra i 32 e i 49 anni
  • possibilità di spostarsi e trasferirsi per aprire il punto vendita nella sede identificata dall’azienda

Una volta aperto il punto vendita, bisognerà inoltre sostenere spese e provigioni verso il franchisor, come:

  • un affitto mensile del marchio proporzionato alle vendite
  • il 5% delle royalties sul netto delle vendite
  • il 4% sulle vendite nette aggiuntivo, da versare al consorzio composto da tutti i franchisee dell’azienda

A questi importi va chiaramente aggiunto il pagamento dell’affitto della sede del punto vendita e gli stipendi del personale.

Non è certamente più semplice l’apertura di un punto vendita Burger King. L’azienda mette a disposizione pubblicamente molti meno requisiti, ma il dato da cui possiamo partire è la fee di ingresso, che ammonta a 1 milione di €, del quale l’imprenditore è tenuto a coprire con mezzi propri almeno il 40%.

Se a tutto ciò si sommano le percentuali sulle vendite ci rendiamo presto conto che anche questa strada è abbastanza difficile da percorrere.

Bar gelateria in franchising: l’esempio di Crema e Cioccolato

Negli ultimi mesi sicuramente avrete visto passare nei vostri schermi televisivi lo spot di una nuova azienda dal nome Crema e Cioccolato, che offriva la possibilità a giovani con poca esperienza di aprire un’attività in franchising in modo semplice e vantaggioso nel lungo periodo.

L’azienda è nata nel 2001 e nel giro di soli due anni è riuscita ad aprire 22 punti vendita di proprietà. Da qui l’idea di diventare un franchisor e iniziare così a cedere il proprio marchio per diffondersi in modo capillare sul territorio.

Siamo riusciti a verificare le condizioni richieste per diventare loro franchisee e ci sono sembrate abbastanza interessanti. L’azienda richiede infatti un investimento iniziale esiguo rispetto ai brand citati in precedenza.

Se si vuole aprire una gelateria vengono richiesti circa 25.000 €, mentre se si desidera aprire una caffetteria con gelateria annessa la somma sale a quasi 30.000 €.

Per tale somma vengono messi a disposizione tutti gli arredi e le attrezzature in comodato d’uso e viene anche offerto un periodo di formazione per fare in modo di avviare al meglio il punto vendita.

In quanto ad affitto del locale e gestione del personale, il discorso è il medesimo di qualunque altro franchising: le spese sono a carico dell’imprenditore, che deve così riuscire ad estrarre utili avendo i propri prezzi di vendita imposti dal franchisor.

Proprio per questo motivo è fortemente consigliato, prima di lanciarsi in questo tipo di investimento, fare un’accurata analisi preliminare, in modo da riuscire a dedurre quale sarà l’utile mensile stimato e in quanto tempo si riuscirà a rientrare dell’investimento iniziale.

Come creare nel 2022 un franchising a costo zero

Le somme citate potrebbero comunque far storcere il naso a molti aspiranti imprenditori. Da una parte troviamo l’acquisto iniziale di un marchio che è già riconosciuto ed avviato, mentre dall’altra troviamo i vincoli che ciò comporta.

Non avere possibilità di gestire i prezzi e i processi di vendita e produzione porta l’attività in franchising ad essere quasi una sorta di dipendente che ha investito del capitale proprio, assumendosi così tutti i rischi del caso.

Esistono però alcune attività in franchising che non richiedono alcuna fee di ingresso, ma solamente una percentuale sulle vendite o l’acquisto iniziale dei prodotti che verranno venduti.

I’m Baby, Yoyò, Biocelia sono alcuni brand poco conosciuti che permettono di aprire un punto vendita fisico o virtuale utilizzando il loro marchio senza alcun compenso da versare nella fase iniziale.

All’interno di questo articolo troverete tutte le informazioni necessarie su alcuni altri brand italiani che permettono di aprire un punto vendita senza alcuna fee di ingresso.

I franchising di successo in Italia

Esistono per fortuna anche dei franchising che hanno avuto successo in Italia, grazie all’ottimo controllo di gestione imposto dal franchisor, che fa in modo che i vari punti vendita possano avere un ritorno sulle vendite adeguato a coprire agevolmente le proprie spese.

Un buon margine sulle vendite e una fee di ingresso abbastanza contenuta rendono l’apertura di un franchising più sostenibile.

Tra i franchising che stanno avendo più successo oggi in Italia troviamo:

  • 101Caffè, con un investimento iniziale di circa 11.000 €
  • Click Cafè Italia, con 7.900 €
  • VerdeSmart, ecommerce in franchising per la vendita della canapa legale con investimento iniziale di 3.800 €
  • Camomilla, celebre catena di negozi di abbigliamento, che prevede un investimento iniziale di circa 25.000 €
  • Pokerì, catena di punti vendita specializzati in Pokè. Investimento iniziale di circa 5.000 €
  • Last Minute Tour, agenzia viaggi in franchising molto diffusa, con fee di ingresso di circa 4.000 €