
Secondo un’indagine condivisa da Repubblica, in contesti privati il numero di giorni di malattia usufruiti dai dipendenti è più alto di quelli nei contesti pubblici. Chiaramente il diritto alla salute è sacrosanto ma se emergono comportamenti dubbi, l’imprenditore ha il diritto di indagare e capire cosa sta succedendo.
Dopotutto tra i pilastri di un’azienda c’è il rapporto di fiducia che si crea tra i dipendenti e anche solo un sospetto può causare malcontento, tensioni e difficoltà nel regolare svolgimento delle attività. Non ci si può muovere con impulsività, serve un approccio legale che tuteli tanto i lavoratori in attività quanto quelli in malattia, senza trascurare il benessere del business.
Cosa fare, dunque? In aiuto del datore di lavoro arrivano però le investigazioni aziendali professionali per la tutela dell’impresa, strumenti legittimi per accertare i fatti nel rispetto delle normative vigenti.
Quando c’è un sospetto che il dipendente finga malattia
Colleghi che parlano e fanno arrivare all’orecchio del capo un comportamento sospetto, post sui social fuori luogo o alcune azioni incoerenti alimentano il dubbio che un dipendente possa essere a casa ma non malato. Chiaramente tutto ciò non basta per procedere.
Servono prove concrete, agire con metodo e soprattutto non affidarsi al fai da te ma ad investigatori qualificati. Solo così il datore di lavoro potrà pianificare con attenzione una serie di forme di tutela per i propri diritti e quelli dell’azienda, senza ledere a quelli del professionista.
Ad oggi le investigazioni aziendali sono numerose e rappresentano strumenti efficaci e leciti per approfondire casi ambigui; l’attività, condotta da professionisti qualificati, fornisce elementi oggettivi su cui basare azioni disciplinari non contestabili.
Quali sono i doveri di un lavoratore in malattia
In Italia c’è una normativa molto chiara che tratta diritti e doveri dei lavoratori, occupandosi anche del comportamento adeguato durante una malattia.
Secondo quanto stabilito, durante le fasce orarie delle visite fiscali dovrà assolutamente essere reperibile, sia in settimana sia nei festivi. Oltre a tutto ciò deve evitare comportamenti che possano causare un ritardo della guarigione.
È qui che l’intervento di un investigatore privato per dipendente in malattia può risultare determinante: un’osservazione documentata, rispettosa della privacy e svolta secondo legge, può chiarire se il lavoratore stia effettivamente rispettando i propri obblighi.
Le regole di un’investigazione legittima e legale
Quando un datore ha ragionevoli motivi per dubitare della veridicità di un’assenza per malattia, può agire in vari modi. La prima opzione è chiedere una visita fiscale tramite INPS: se il medico non trova il dipendente a casa, questi dovrà giustificarsi, oppure presentarsi a visita in ambulatorio.
In assenza di giustificazioni plausibili, scatta una prima contestazione disciplinare.
I limiti di questa procedura sono noti: non sempre il controllo è tempestivo, e molte condotte scorrette possono sfuggire a un semplice accertamento medico. In questi casi, rivolgersi a un investigatore privato per dipendente in malattia può offrire una prospettiva più completa.
Attraverso metodi leciti, come appostamenti o riprese in luoghi pubblici, è possibile ottenere prove fotografiche o testimonianze sull’effettivo comportamento del dipendente.
L’attività, se inserita in un più ampio piano di investigazioni aziendali, può rivelarsi strategica per confermare o smentire sospetti in maniera definitiva.
Dalla prova alla contestazione: la fase formale
Quando tra le mani si hanno elementi concreti allora si può procedere con quella che viene definita una “contestazione formale”, ovvero un atto obbligatorio per iscritto e notificato con tracciabilità che contiene tutta la descrizione dettagliata dei fatti.
Il lavoratore ha diritto a difendersi inviando una risposta scritta, oppure chiedendo un incontro vis a vis. A questo punto si potrà procedere con eventuali sanzioni, in modo proporzionale al danno arrecato.
È assolutamente fondamentale muoversi secondo le leggi, chiedendo l’intervento di investigatori qualificati e con il supporto di un legale specializzato così da poter essere tutelati al 100%.
Le sanzioni che si possono applicare
Le attività possono rispondere ad una simulazione di malattia in modi differenti a seconda della gravità del comportamento accertato.
In situazioni non eccessivamente gravi, ad esempio una condotta imprudente ma non fraudolenta, si potrà procedere con una multa, un rimprovero o una sospensione non retribuita di pochi giorni. Si tratta di sanzioni “conservative”, cioè pensate per correggere il comportamento e preservare il rapporto.
Quando invece risulta evidente che il dipendente abusa del periodo di malattia per svolgere altre attività (ad esempio vacanze non autorizzate o un secondo lavoro in nero) il datore di lavoro può procedere con il licenziamento. A seconda della gravità dei fatti, si può intervenire con una cessazione immediata, tipica in situazioni gravi e con giusta causa, o con preavviso. La decisione deve essere notificata rapidamente dopo la chiusura del procedimento disciplinare, seguendo quanto stabilito dal CCNL di riferimento.
Dobbiamo capire che affrontare il sospetto di una falsa malattia non è qualcosa di facile o da prendere sottogamba: è fondamentale muoversi nel rispetto delle procedure e proprio per questo le investigazioni aziendali possono fare la differenza. Imprese, aziende o PMI hanno il diritto di effettuare delle indagini, purché tutto si svolga a norma di legge.