Consigli aggiornati e buone pratiche per ottimizzare la presenza del vostro sito web sui motori di ricerca 

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Al giorno d’oggi, anche chi non ha mai avuto un buon rapporto con le nuove tecnologie, deve fare i conti con dinamiche di mercato che non si possono più ignorare. Il punto è che le persone acquistano online, hanno rapporti con le PA sul web, addirittura studiano e lavorano in rete.

Dalla piccola attività locale al maxi-business internazionale, oggi, tutti sono tenuti a possedere una certa identità digitale o una particolare presenza online. Questo vale sia per Istituzioni e Pubbliche Amministrazioni che per negozi, locali e imprese del territorio, le quali sono tenute a digitalizzare numerosi aspetti della loro routine operativa.

Per chi ambisce a migliorare gli affari, il web può offrire un grande aiuto attraverso il Digital Marketing, cioè tutte le attività volte a crescere online e a incrementare le performance di redditività dei canali digitali come sito web e social. Tra le attività che, più tra tutte, permettono di rafforzare la presenza del brand in rete, c’è la cosiddetta Search Engine Optimization.

Per questo tipo di strategia, oltre a seguire i consigli di cui parleremo, è preferibile affidarsi ai servizi professionali di un’agenzia SEO avanzata. Scopriamo il perché.

Cos’è la SEO e perché ingaggiare un esperto?

La SEO, acronimo di Search Engine Optimization, è l’insieme delle tecniche e strategie volte a migliorare la visibilità di un sito web sui motori di ricerca, come Google. L’obiettivo è comparire tra i primi risultati quando un utente effettua una ricerca, in modo da intercettare solo “traffico qualificato”, cioè potenzialmente interessato ai prodotti o servizi offerti.

Sebbene esistano molte risorse online che spiegano le basi della SEO, ciò che permette oggi di avere risultati online è un livello di conoscenza decisamente più avanzato. Abbiamo algoritmi sempre più intelligenti, aggiornamenti costanti, nonché l’integrazione crescente dell’intelligenza artificiale: tutto questo richiede approcci strategici “chirurgici”, per i quali è necessario l’ingaggio di un esperto SEO o a un’agenzia specializzata.

Questo permetterà di disporre di un piano su misura, costruito attorno alle reali intenzioni di ricerca degli utenti. La SEO, infatti, non si limita più a ottimizzare per i motori di ricerca, ma per le persone: si parla infatti sempre più di “People-First Content”. E in ogni caso, un professionista è in grado di monitorare i risultati, adattare le strategie in base alle evoluzioni del mercato e padroneggiare complessi strumenti di lavoro.

SEO-in e SEO-off: i due volti del sito web di cui prendersi cura

Quando si parla di SEO, bisogna anzitutto distinguere tra ottimizzazioni on-site (o SEO-in) e off-site (SEO-off). Le attività on-site riguardano tutto ciò che avviene all’interno del sito: struttura, performance, contenuti, meta tag, link interni, user experience. Un sito tecnicamente ben costruito, veloce, accessibile e facilmente navigabile favorisce la permanenza dell’utente e comunica ai motori di ricerca che quel contenuto è affidabile e ben organizzato.

Tra i principali report SEO del 2024, si legge come l’ottimizzazione tecnica  – Core Web Vitals, tempo di caricamento, versione mobile – sia tornata centrale nelle valutazioni di ranking, cioè di come i motori di ricerca stabiliscano quali contenuti meritino di posizionarsi meglio di altri.

La SEO off-site si concentra, invece, sulla reputazione del sito nel web, a partire dai backlink, ovvero i link in entrata provenienti da altri siti autorevoli. Questi link sono visti da Google e dai motori di ricerca come segnali di fiducia: più un sito riceve link da fonti attendibili, più sarà considerato autorevole. L’attività di link building va gestita con molta attenzione, perché non basta accumulare collegamenti: l’obiettivo è ottenere menzioni contestuali, coerenti e provenienti da siti in linea con la propria nicchia.

Entrambi gli aspetti – on-site e off-site – devono lavorare assieme. Curare solo l’uno o l’altro è come cercare di far crescere una pianta curando solo le radici ma ignorando le foglie, o viceversa. Serve una visione d’insieme che tenga conto dell’intera esperienza utente, dentro e fuori dal sito.

Arriva la GEO: ottimizzare il sito web per le AI

L’evoluzione dei motori di ricerca e l’arrivo delle AI generative stanno trasformando il modo in cui le persone cercano e trovano le informazioni online. Sempre più spesso, ChatGPT, Gemini o Perplexity (intelligenze artificiali generative) vengono utilizzati per ottenere risposte complete senza dover cliccare su più link.

Anche se il traffico sui siti web provenienti dalle AI non è ancora consistente, si sente già parlare di un nuovo approccio, chiamato GEO (Generative Engine Optimization), che punta a rendere i contenuti visibili anche alle intelligenze artificiali capaci di sintetizzare le informazioni da varie fonti.

Per essere selezionati dai sistemi AI occorre, innanzitutto, avere contenuti chiari, approfonditi, scritti con autorevolezza e ben strutturati. Questi devono essere comprensibili anche da un’intelligenza artificiale, quindi non devono mancare la suddivisione in paragrafi coerenti, l’uso corretto delle intestazioni (H1, H2, H3), le citazioni di fonti attendibili e tutti segnali di trust, come le recensioni o i dati di contatto aziendali.

Ottimizzare per le AI non significa abbandonare la SEO tradizionale, ma integrarla con nuove buone pratiche che migliorano la leggibilità semantica e la pertinenza. La ragione è semplice: dal momento che le risposte cercate dagli utenti iniziano ad essere “generate” piuttosto che cercate, essere tra le fonti che alimentano queste risposte può diventare un vantaggio.

Link Building e Link Earning nel 2025

Ad oggi il valore della link building non è diminuito: è semplicemente cambiato. Google stesso, con i suoi aggiornamenti frequenti, continua a sottolineare l’importanza della naturalezza nei collegamenti in entrata.

Link building, oggi, significa costruire relazioni, creare contenuti validi al punto da meritare menzioni spontanee, e lavorare sulla brand awareness per generare interesse spontaneo: è il concetto alla base della link earning, ovvero “guadagnarsi” i link grazie al valore riconosciuto dei propri contenuti.

Uno dei metodi più efficaci oggi per fare link earning è pubblicare ricerche originali, analisi di settore o guide complete, utili per attrarre citazioni da parte di altri siti e blog.

È importante seguire queste attività per svariate ragioni, soprattutto perché il profilo di link di un sito agisce come un vero e proprio biglietto da visita digitale. Difatti, un sito con link autorevoli, pertinenti e ben distribuiti, avrà maggiori possibilità di scalare le SERP e farsi riconoscere anche dalle AI come fonte affidabile.

Accessibility Act: ecco perché è anche una questione SEO

Dal 2025 entreranno pienamente in vigore le disposizioni dell’Accessibility Act europeo, le quali impongono requisiti minimi di accessibilità per i siti web pubblici e privati.

In questo senso, l’accessibilità, non è più intesa come requisito normativo, bensì etico, nonché economico. La possibilità di accedere ai siti web, difatti, diventa un fattore che influisce direttamente sulla SEO, perché le ottimizzazioni da eseguire riguardano contenuto, struttura, testi alternativi e leggibilità agli screen reader.

Anzi, l’accessibilità migliora l’esperienza utente per tutti e rende più semplice per i motori di ricerca interpretare e indicizzare i contenuti. Per esempio, l’uso corretto dei tag, delle intestazioni e dei testi alternativi alle immagini migliora l’inclusività e, al tempo stesso, contribuisce al posizionamento organico.

Un sito accessibile, infine, è più compatibile con le tecnologie assistive e con gli strumenti AI che leggono e sintetizzano le pagine web, quindi avrà sempre una marcia in più nel posizionamento.